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Vela d’Oriente: Rayia Al Habsi

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Vela d’Oriente: Rayia Al Habsi

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“Navigare ha cambiato la mia vita” afferma soddisfatta la venticinquenne Rayia Al Habsi, prima donna araba a essere stata nominata per il Rolex Sailor of the Year Award e ancora, prima donna dell’Oman ad aver partecipato alla Rolex Fastnet Race a bordo di un trimarano battente bandiera del sultanato. Merito di un vento di cambiamento sospinto dall’illuminato sultano dell’Oman, Qaboos bin Said che ha realizzato un progetto rivoluzionario orientato a recuperare l’antica tradizione marinara dello Stato, punta sud-orientale dell’Arabia, affacciato sullo splendido Oceano Indiano. Un processo innovativo avviato già anni fa come testimonia anche l’apertura al voto concesso alle donne a partire dal 1994.

Ed è proprio una donna, Rayia Al Habsi la migliore testimonianza del rinnovamento sociale in atto: “ Ho raggiunto qualcosa di unico nella mia vita – afferma –grazie alla vela, mi conosco di più mettendomi in gioco e scoprendo quali sono i miei limiti e i miei punti di forza, una vera palestra di vita”. La velista omanita è stata infatti selezionata per il Women’s Sailing Programme, lanciato nel 2011, che rientra nel più ampio progetto Oman Sail, avviato già dal 2008. “Mi sento orgogliosa far parte di questo programma ambizioso – sostiene la giovane atleta – grazie alla vela ho la possibilità di realizzare il mio sogno e contribuire anche all’emancipazione delle donne in Oman”. Non solo un’ambizione sportiva quella di Rayia quindi, ma anche l’orgoglio di essere al centro di una rivoluzione culturale che investe la società riconoscendo pari opportunità a uomini e donne. Non stupisce, allora, vedere una ragazza indossare l’hijab – il velo islamico – abbinato a sail jacket water proof, salopette e guanti; una vera novità in questa parte del mondo che sempre più sta conquistando l‘universo femminile del sultanato. Un’autentica virata, insomma, nella vita delle giovani donne omanite come in quella di Rayia. Con il suo sorriso, coinvolgente e sicuro appare determinata a realizzare i propri obiettivi rivestendo on board il ruolo di prodiere, tra le manovre in regata, issa e ammaina le vele di prua. L’orizzonte di Rayia ora è più limpido ed è avvincente raggiungerlo in compagnia di altre donne, le sue compagne di equipaggio perché “la vela è il lavoro di squadra, è difficile, diverso da altri sport, sempre in movimento, proprio come il tempo”. Prossimo traguardo da raggiungere le Olimpiadi 2020, con un team naturalmente in rosa. Non male per una ragazza che fino a pochissimi anni fa non sapeva nemmeno cosa fosse la vela ma poi, la sua filosofia di vita le ha imposto: “Provare tutto e non perdere un’occasione”. E allora, buon vento Rayia!

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